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In questo agile saggio, Ernst Nolte traccia un quadro delle figure rilevanti della rivoluzione conservatrice nella Germania di Weimar: da Mann a Spengler, da Klages a Schmitt fino a Moeller van den Bruck, Jiinger, Winnig, Niekisch, Woltmann, Scheler, Stadtler, Otto e Gregor Strasser. Un movimento che poggiò la sua architettura filosofica sul rifiuto della concezione lineare della storia, sulla connessione dell'idea di popolo e nazione, sulla critica alla decadenza dell'Occidente. Tutte questioni contaminate dalla presa di potere rivoluzionaria dell'ottobre del '17 in Russia. Per Nolte, i rivoluzionar-conservatori, pur se stimolati dal tentativo di far riconquistare alla Germania una dignitosa collocazione nel mondo, non furono però né anticipatori, né un'alternativa, né vittime del nazismo perché al loro interno si agitavano una serie impressionante di atteggiamenti culturali. Questi intellettuali non spianarono la strada al nazismo anche se molti di loro, su singoli aspetti, ebbero posizioni più radicali di Hitler.